Omofobia, razzismo e misoginia: il mondo al contrario di Vannacci sotto accusa

Istigazione all’odio razziale, questa l’accusa con cui la Procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati il generale Roberto Vannacci, famigerato autore dell’altrettanto famigerato libro “Il mondo al contrario”. Ma potremmo aggiungere tra le accuse anche l’istigazione all’omotransfobia e alla misoginia, oltre che l’offesa alla nostra intelligenza.

Tristemente diventato un caso editoriale dei nostri giorni, a riprova che la propaganda retrograda dell’odio ha dato i suoi cattivi frutti, il libro infatti contiene passaggi in cui si definiscono le persone omosessuali “non normali”. Ottusità a parte, di queste esternazioni a colpirci con forza è la strenua difesa della Lega, un partito politico attualmente al governo, che ha parlato di “indagini che sono medaglie”.

Sentiamo quasi ogni giorno Matteo Salvini e l3 su3 sodali starnazzare di dittatura del politicamente corretto, di censura woke e di altre stupidaggini come la surreale teoria del gender. Vogliamo rispondere che l’unica richiesta posta dalla comunità LGBTQIA+ in tal senso è quella del rispetto nei confronti di sensibilità e soggettività differenti da quelle appartenenti a un mondo machista e arcaico fortunatamente destinato a scomparire”, ha commentato Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli.

La Lega dimentica di essere stata democraticamente eletta e che quindi appoggiare una persona le cui opinioni – e soprattutto i cui scritti pubblici – offendono una parte del Paese è indegno e antitetico rispetto al mandato politico ricevuto. Chiediamo solo rispetto e diritti, non le favole che Vannacci ama raccontare all3 su3 lettor3”.

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